Problemi e conseguenze della crisi





Tra la fine degli anni ‘20 ed il 1942, mentre l’economia mondiale barcollava, le istituzioni della democrazia liberale scomparvero (eccezion fatta per una piccola fetta d’Europa, il Nord America e l’Austral-Asia) e furono sostituite dal Fascismo e dai vari movimenti autoritari ad esso legati. Ogni stato fece tutto il possibile per proteggere la propria economia dalle minacce provenienti dall’estero, ovvero dall’economia mondiale che era chiaramente in difficoltà.
Per tutti coloro che non avevano libero accesso ai mezzi di produzione, il problema principale fu la disoccupazione (controllata solamente nella Germania nazista tra il ’33 ed il ’38), anche se per la maggior parte della forza lavoro nazionale che conservò il proprio posto di lavoro le cose andavano addirittura meglio di prima. Poiché il commercio mondiale era scemato del 60% in appena quattro anni, i vari stati attuarono al più presto barriere doganali e misure protezionistiche sempre più severe per proteggere i propri mercati e le proprie valute dalle tempeste dell’economia mondiale, pur nella consapevolezza che simili misure ne avrebbero significato lo smantellamento.

Molti paesi capitalisti lottarono per la cancellazione della disoccupazione seguendo la teoria di Keynes, ovvero che la domanda generata dai redditi dei lavoratori occupati sarebbe stata un sicuro stimolo per le economie depresse, ma d’altro canto accusarono il colpo arrecato loro dalla consapevolezza che la Russia, l’unico paese che si era distintamente separato dal capitalismo, sembrava immune dalla crisi: in URSS non vi era disoccupazione e la produzione dal ’29 al ’40 triplicò addirittura. Queste considerazioni convinsero molti politici ad allinearsi alle politiche di “piano” staliniane (ad esempio Hitler con i piani quinquennali). Un ulteriore aspetto della crisi riguardò infine le banche colpite dal boom della speculazione: fallirono a migliaia e, solo per parlare del settore immobiliare, quasi la metà dei mutui non vennero pagati portando al sequestro di migliaia di proprietà al giorno.

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