Una crisi profonda





«Nessun’assemblea del Congresso degli Stati Uniti, convocata per esaminare lo stato dell’Unione, si è mai trovata dinnanzi ad una situazione così favorevole com’è quella odierna […] La grande ricchezza creata dal nostro spirito d’iniziativa e dalla nostra industriosità e salvaguardata dal risparmio, è stata distribuita tra il nostro popolo nel modo più ampio ed è uscita dalle nostre frontiere per beneficiare e far progredire tutto il mondo. I consumi quotidiani hanno oltrepassato la soglia del bisogno per entrare nella regione del lusso. Una produzione in crescita è consumata da una domanda interna sempre più alta e da un commercio estero in espansione. Il paese può guardare al presente con soddisfazione e al futuro con ottimismo».

Il presidente Calvin Coolidge nel suo Messaggio al Congresso, il 4 dicembre 1928

«La disoccupazione è stata la più endemica, insidiosa e corrosiva malattia della nostra generazione, seconda solo alla guerra: essa è la tipica malattia sociale della civiltà occidentale del nostro tempo».

“The Times”, 23 gennaio 1943


I decenni che vanno dallo scoppio della prima guerra mondiale agli esiti rovinosi della seconda costituirono per l’umanità un’epoca catastrofica. Tra le varie calamità che si susseguirono, sarà qui trattata la crisi economica mondiale che mise in ginocchio anche le più robuste economie capitalistiche portando gli USA, nazione uscita vincente dalla prima guerra mondiale, quasi al collasso. È importante analizzare il forte impatto che questa piaga economica ebbe sulla storia del ‘900: senza, probabilmente, non vi sarebbe stato nessun Hitler né il sistema sovietico sarebbe stato considerato come una seria alternativa economica a quello capitalistico. È inoltre utile osservare l’estensione del tracollo finanziario che interessò infatti direttamente tutti gli uomini e le donne che avevano qualche rapporto con i meccanismi del mercato capitalistico.



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