LA CONFERENZA DI PACE





Le prime opere di Keynes hanno come argomento proprio questa conferenza di pace, che ebbe luogo subito dopo la fine della prima Grande Guerra. Le nazioni vincitrici, attribuendo alla Germania tutte le responsabilità per lo scoppio del conflitto, la condannarono a ripagare tutte le spese, per una cifra pari a circa 8 miliardi di sterline del tempo. Keynes però stimò in non più di 2 miliardi la capacità di pagamento della Germania e cercò quindi di far ridurre l’importo: non riuscendoci, diede le dimissioni e pubblicò la sua prima opera intitolata “Le conseguenze economiche della pace” in cui difese l’importanza della Germania per il commercio globale sottolineando come le condizioni imposte dalla Conferenza di Parigi avrebbero indubbiamente creato nuovi squilibri internazionali. Nei due scritti successivi l’economista inglese analizzò inoltre la contraddizione tra l’obbligo tedesco di dover pagare le riparazioni tramite il ricavato delle esportazioni e l’ostacolo rappresentato dal diffuso protezionismo attuato per il timore di eccessiva concorrenza nel commercio, esponendo nel finale alcune proposte di revisione del trattato.

I trattati successivi testimoniano la sua avversione più verso la deflazione (che genera disoccupazione) che verso l’inflazione, oltre a contenere aspre critiche sul ritorno al regime aureo dell’Inghilterra (“Riforma monetaria” del ’23 e “Le conseguenze economiche di Mr. Churchill” del ‘25) e un’analisi della situazione russa dopo l’ottavo anno dalla rivoluzione comunista (“Sguardo sulla Russia” ‘25) volta a ricercare le cause del suo velocissimo progresso economico. Nell’opera il “Trattato sulla moneta”, oltre a svelare la propria vastissima preparazione economica, Keynes sottolineò come in periodi di depressione quale quello in cui scrive, le nazioni dovrebbero aumentare i consumi ed affermò inoltre l’importanza di un organismo economico sovrannazionale come mezzo di controllo delle economie dei singoli stati.





Teoria generale dell'occupazione dell'interesse e della moneta


J.M.KEYNES

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